Gli occhi dell’Europa puntati sul teatro greco di Locri
Il sacro, l’arte e la storia rivivono grazie ai fondi comunitari
Il cuore pulsante della Magna Grecia, il Parco ed il Museo archeologico nazionale di Locri Epizefiri, sono in procinto di diventare il fiore all’occhiello dell’archelogia calabrese: e questo, oltre alla lungimiranza della Direzione Museale, si deve alla grande attenzione che l’Europa ha destinato alla salvaguardia, alla tutela, alla conservazione dell’immenso patrimonio custodito lungo le coste della Locride. Le politiche comunitari hanno liberato risorse importanti»
Il teatro, protagonista assoluto
Il loro utilizzo viene spiegato dalla direttrice del Polo, dottoressa Rossella Agostino. «Locri Epizefiri è un punto di riferimento assoluto per la storia della Locride, della Calabria, del Mediterraneo – racconta l’archeologa-. Tra i progetti beneficiari dei fondi europei, voglio citare quelli che interessano il Teatro di contrada Pirettina, del IV secolo a.C. La sua valorizzazione passerà dal recupero funzionale dell’area, già sede di eventi, concerti, incontri letterari e spettacoli. Obiettivo, un luogo ancor più centrale nella sua funzione di attrattore turistico ed aggregatore culturale».
Grazie all’UE, nuovi studi e ricerche
E ancora: «di pari passo con il recupero ed il restauro, le risorse assegnateci permetteranno di condurre ulteriori indagini ed approfondimenti sulle aree archeologiche, con la conseguente fioritura di ulteriori studi volti alla maggiore conoscenza di aree strategiche, ad iniziare da quella di Centocamere, area sacra ad Afrodite, situata vicino alla costa, risalente al periodo compreso tra la fine del VII e la metà del VI secolo a.C.». Infine, conclude la direttrice, spazio alle nuove tecnologie di narrazione e musealizzazione. «L’utilizzo di dispositivi multimediali avanzati, pensati per chiarire ulteriormente la natura e la stratificazione di un’area archeologica nella sua complessità, permetteranno al visitatore di immergersi virtualmente nell’area archeologica».
Il sito
Il sito archeologico dell’antica Locri Epizefiri si trova nel comune di Portigliola, a 3 km a sud del comune di Locri, nel territorio compreso tra la fiumara Portigliola e il mare. Il fatto che tale area si trovi a distanza dagli odierni centri abitati ha preservato quasi integralmente la città antica. Gli scavi archeologici che l’ìhanno portata alla luce sono stati condotti da Paolo Orsi (tra il 1908 ed il 1912), da Paolo Enrico Arias (tra il 1940 ed il 1941) e da Giulio Jacopi (nel 1951). La città antica, difesa da una cinta muraria di 7 km, vede all’esterno le necropoli, e la maggior parte delle aree sacre disposte in prossimità della cinta. I santuari, all’interno del perimetro, sono dotati di templi monumentali di periodo arcaico. Il teatro è l’unico edificio pubblico non sacro riportato alla luce a Locri, ed è stato costruito sfruttando una conca naturale. Conserva le fondazioni dell’edificio scenico e parte dei gradoni in arenaria della cavea, che potevano accogliere circa 4.500 spettatori. In età romana imperiale l’edificio fu trasformato eliminando le file più basse delle gradinate e costruendo un alto muro semicircolare in blocchi di calcare, in modo da proteggere gli spettatori durante le lotte tra gladiatori o tra uomini e animali.
Le risorse
Complessivamente, i progetti di recupero e valorizzazione dell’area archeologica hanno mobilitato risorse pubbliche di 10,6 milioni di euro, 6,5 dei quali (ovvero il 62%) finanziati direttamente dall’Unione europea con le risorse della politica di coesione. In particolare, durante il ciclo di programmazione 2007/2013 sono stati erogati 5,65 milioni di euro pubblici, di cui poco più della metà riferibili a risorse europee (2,9 milioni). I progetti sono stati programmati sia dalla Regione Calabria (con un investimento di 700 mila euro) sia dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (con un investimento pubblico di circa 5 milioni di euro). Nell’attuale ciclo di programmazione 2014-2020 sono stati investiti ulteriori 5 milioni di euro, di cui il 75% ovvero 3,75 milioni derivanti da risorse europee.