Informazione è trasparenza: innovare la pubblica amministrazione grazie alla comunicazione
Ivonne Spadafora, membro del network dei comunicatori italiani ed europei per le Politiche di coesione, è Responsabile della Comunicazione del POR Calabria FESR FSE 2014-2020 dal 2015. Esperta in studio e ricerca economica e sociale, si è laureata in Economia presso l’Università della Calabria. Specializzata in fondi strutturali e nel funzionamento e ordinamento degli enti locali, con una sana ossessione per i numeri, ha relazionato in numerosi seminari e convegni dedicati anche alla comunicazione pubblica. Ha all’attivo diverse pubblicazioni.
Tra le testimonianze che saranno al centro dell’evento “Europa ed enti locali – Il decalogo della buona comunicazione”, organizzato dal Gruppo Pubbliemme a Bruxelles il 7 ottobre prossimo, particolare attenzione sarà rivolta al racconto sull’attuazione della strategia di comunicazione del POR Calabria 14/20. L’intervento della Responsabile della Comunicazione del POR Calabria 14/20 consentirà l’approfondimento di un’esperienza che, soprattutto per la parte digital, a livello europeo è riconosciuta come una best practice e un modello virtuoso e offrirà spunti di confronto sul futuro della funzione strategica della comunicazione nelle politiche pubbliche, e della comunicazione dei fondi europei in particolar modo, anche in prospettiva post 2020.
«La comunicazione pubblica, a maggior ragione se legata alle politiche di coesione, deve unire un indispensabile profilo di efficacia sul piano della conoscenza e della diffusione delle informazioni ad una altrettanto irrinunciabile opera di trasparenza capace di stimolare confronto, controllo sociale e partecipazione civica. È questo il principio fondamentale che regola tutte le azioni messe in campo attraverso l’attuazione della Strategia di comunicazione del POR 14/20. Il modello calabrese e tutti gli strumenti strutturati in questi anni sono stati pensati per informare i potenziali beneficiari, rendere più semplice e trasparente la partecipazione ai bandi e agli avvisi, coinvolgere i calabresi raccontando le opportunità del POR in modo chiaro e diretto, e, non da ultimo, diffondere una cultura e una visione europeista. C’è ancora tanto da fare in relazione a racconto dei risultati, dati aperti, democrazia deliberativa e partecipazione attiva sui quali continueremo ad investire il nostro impegno nei prossimi mesi».
«Bisogna pensare alla comunicazione come policy, – prosegue Ivonne Spadafora – come funzione strategica di governo in grado di innescare anche innovazione organizzativa nella pubblica amministrazione. In questo quadro, la comunicazione dei fondi strutturali è chiamata a giocare un ruolo sempre più decisivo. Il prossimo ciclo di programmazione dovrebbe pertanto riconoscerle il rango di principio chiave della politica di coesione elevandola ad aspetto centrale della sua attuazione. Al fine di valorizzare l’impatto dei fondi, sarebbe utile, ad esempio, incoraggiare Stati membri e Autorità di gestione a proporre strumenti online che consentano a tutti gli utenti di conoscere e monitorare i progressi e risultati dei singoli programmi. Così come, con il nuovo ciclo di programmazione si dovrebbe proporre un’impostazione più dettagliata e uniforme per misurare i progressi e i risultati delle attività di comunicazione, basandola sull’obbligo di inserire nelle strategie (o programmi) un certo numero di indicatori e target comuni, ed eventualmente di indicatori specifici individuati di concerto con la Commissione Europea e con l’Agenzia per la Coesione. È auspicabile, inoltre, che i futuri regolamenti prevedano l’elaborazione per ciascun programma operativo di una specifica strategia per le piattaforme mediatiche digitali e sociali da affiancare alla strategia di comunicazione generale”
«La programmazione 2014-2020 ha conferito una più marcata attenzione alla comunicazione, testimoniata, in primo luogo, dall’inclusione delle relative disposizioni nel regolamento principale. E’ vero, ma non sufficiente. Da questo tentativo, bisognerà disegnare la strategia post 2020 in materia di comunicazione, avvalendosi di ulteriori strumenti che rendano il processo sempre più partecipato, come ad esempio: consultazioni pubbliche ad hoc; specifiche azioni di riflessione e confronto nell’ambito delle reti Inio e Inform; conferenze ed eventi pubblici a livello locale ed europeo. Alla luce della nostra esperienza appare quanto mai opportuno, inoltre, promuovere un sistematico coinvolgimento delle scuole e delle università, del mondo dei media e del partenariato. Dunque, – ha concluso Ivonne Spadafora – per il post 2020 si dovrà ricorrere a forme di comunicazione più innovative e interattive sfruttando appieno le tecnologie digitali e i canali mediatici sociali. Senza dimenticare che l’aggiornamento dei paradigmi di comunicazione dovrà necessariamente essere accompagnato da un parziale ripensamento nella natura e nell’organizzazione delle risorse umane ad essa dedicate, con un investimento maggiore da parte delle Autorità di gestione su figure e responsabilità “nuove” e su percorsi laboratoriali e di formazione continua in comunicazione pubblica per le PA, soprattutto web e social. Perché il futuro è un lavoro quotidiano».
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