Il Porto di Gioia Tauro, la porta del Mediterraneo
Investimenti comunitari e statali per decine di milioni di euro, fanno dell’infrastruttura calabrese uno snodo nevralgico per la logistica internazionale.
GIOIA TAURO, LA PERLA DEL “PORTO”
“Bella e ridente dal massiccio colle Gioia si stende dolce verso il mare dove il Tirreno allinea all’orizzonte le isole di Lipari e lo Stromboli tra Capo Vaticano e la Sicilia.”
Dalle pagine del libro “Gioia Tauro” del poeta e scrittore Antonio Orso, si può scorgere la maestosità con la quale egli descrive la sua terra d’origine. Una terra tra i maggiori centri della Provincia di Reggio Calabria, molto ambita per le attività commerciali, posizione geografica ed in particolar modo perché si prestava alla costruzione del Porto.
PORTO DI GIOIA TAURO, UN VOLANO PER LO SVILUPPO DELLA CALABRIA E DELL’ITALIA
La costruzione del porto di Gioia Tauro ha avuto inizio nella prima metà degli anni 70 nell’ambito del progetto speciale per la realizzazione delle infrastrutture sul territorio della provincia di Reggio Calabria. Alla fine degli anni ’70 erano già state realizzate le opere portuali principali (banchine, moli, bacini). All’inizio degli anni ’80 si è arrestato il programma dei lavori per la nota crisi del comparto siderurgico. Lo scalo è stato quindi riconvertito da porto industriale a polifunzionale con l’esigenza di rimodulare i programmi di infrastrutturazione, l’assetto operativo ed i piani di sviluppo.
La prevalenza della tipologia del traffico container che si è affermata alla fine degli anni ’80 ed il particolare favore conferitogli dalla sua posizione geografica mediana lungo la direttrice Suez – Gibilterra e baricentrica nel mar Mediterraneo, ne hanno orientato la futura caratterizzazione quale scalo di transhipment di contenitori e merci unitizzate in genere. L’attività operativa ha avuto inizio nel 1995 e si è sviluppata a ritmo elevato fino a far assumere allo scalo in breve il ruolo leader nel settore del transhipment che ad oggi lo contraddistingue suscitando il primario interesse delle maggiori compagnie di navigazione. Il territorio portuale è costituito dalle aree demaniali marittime, dai bacini portuali e dagli spazi acquei antistanti la circoscrizione territoriale dell’autorità portuale. La circoscrizione portuale ha una superficie complessiva di mq 4.400.000 (ha 440), esclusi gli spazi acquei. L’imboccatura ha una larghezza di circa 300 m., ed è ad essa contiguo un bacino di evoluzione del diametro di 750 m.
In direzione nord si sviluppa il canale portuale della lunghezza di circa 3 Km e larghezza minima di 200 m, ampliato a 250 m nel tratto iniziale.
( fonte portodigioiatauro.it)
Fonte ARPACAL

LO SVILUPPO DEL PORTO E LA SUA RIQUALIFICAZIONE
Tra i porti del Mediterraneo, quello di Gioia Tauro è il più importante per infrastrutture, posizione strategica, efficienza. Il corridoio che va da Suez a Gibilterra è tra i più trafficati al mondo. Esattamente al centro di questo corridoio, in una posizione estremamente strategica, si trova il porto di Gioia Tauro, leadership del Mediterraneo.
Si tratta di un’opera perfettamente compiuta, in un Sud caratterizzato da inefficienze, arretratezza e carenze. La struttura del porto Gioia Tauro è studiata come un modello da emulare e ogni anno, centinaia di studenti, provenienti da varie parti del mondo, si recano in loco per visitarne la struttura e carpirne peculiarità, punti di forza, funzionamento di gru e macchinari che solo pochi porti possiedono. Continua intanto il lavoro di riqualificazione e rilancio.
Dopo aver avviato l’ammodernamento del parco mezzi, è in corso la demolizione di tre gru di banchina obsolete, l’approfondimento delle banchine e di alcuni fondali al fine di rendere più agevoli e sicure le manovre delle navi che arrivano ,le quali, in considerazione delle grandi dimensioni , hanno bisogno di una profondità di almeno 16 metri. Un complesso programma di sviluppo che servirà a rendere il nostro porto maggiormente competitivo.
In porto è attivo un terminal contenitori in concessione alla Med Center Container Terminal che dispone di piazzali per lo stoccaggio e la movimentazione dei container pari a 1 milione e 500 mila metri quadrati. E un terminal destinato al trasbordo auto, lungo il lato nord del canale che si estende per circa 280 metri quadri.
Fonte ARPACAL

IL RUOLO DELLA ZES
Con legge dello stato sono state istituite le ZES, ovvero le zone economiche speciali, guidate da un comitato di indirizzo composto dal presidente dell’autorità portuale e da un team di esperti. È attraverso le Zes che le enormi potenzialità del porto vengono particolarmente evidenziate. La ZES prevede la semplificazione dei procedimenti amministrativi per le aziende investitrici e hanno registrato una continua crescita, che non si è arrestata neppure nel corso della crisi finanziaria mondiale degli anni scorsi. L’obiettivo è, altresì, quello di garantire l’esecutività del monitoraggio dell’impatto delle misure agevolative sul territorio. Si tratta di una politica istituzionale dedicata al mezzogiorno, ricomprendente insediamenti imprenditoriali, incentivi e risorse finanziarie tutte finalizzate a far crescere l’infrastruttura marittima.
SICUREZZA PORTUALE
Dal punto di vista della sicurezza, per lo sviluppo del porto è stato determinante garantire agli operatori economici un elevato standard di sicurezza; pertanto si è data attuazione alla normativa in materia di sicurezza portuale denominata “International Ship and Port Facility Security Code” (ISPS) che contiene norme volte alla prevenzione di eventuali attacchi di terrorismo a danno della nave o dell’infrastruttura portuale
(fonte portodigioiatauro.it).
UNA CRISI ORMAI SUPERATA
Il porto di Gioia Tauro ha vissuto una crisi caratterizzata da un calo del traffico container e dal mancato avvio di misure che ne hanno minato l’operatività. Una crisi che ha causato malumori tra i lavoratori, oltre 2000 uomini che ogni giorno contribuiscono alla operatività dello stesso. Un momento di stallo con questioni che hanno afflitto la vita lavorativa, economica e produttiva nel porto e nell’area portuale di Gioia Tauro. Alla base della crisi c’è stato uno scontro fra i soci imprenditori ed MSC che movimenta i container. Uno scontro dovuto al delicato fatto della movimentazione di un numero sempre minore di container con conseguente decisione di non investire per il rinnovo delle banchine e sui mezzi di lavoro. Ma per fortuna, il peggio è passato. Oggi l’autorità portuale ha beneficiato complessivamente di un finanziamento di circa 75 milioni di euro, grazie ai quali ha avviato un corposo programma di ammodernamento per migliorare stato ed efficienza del porto.
IL RUOLO D’EUROPA
Dall’analisi dei progetti relativi al Porto di Gioia Tauro, risulta che a partire dal 2007 sono stati mobilitati circa 118 milioni di euro di fondi pubblici: 74 milioni relativi alla programmazione europea 2007-2013 e 44 milioni per il periodo di programmazione attuale. Dei 44 milioni di euro pubblici investiti per il 2014-2020, ben 33 milioni (ovvero il 75%) derivano dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e dunque si riferiscono alle risorse della politica di coesione europea. I tre progetti monitorati riguardano il completamento della viabilità del comparto Nord, l’adeguamento della banchina nord e la realizzazione del gateway ferroviario.
Fonte ARPACAL

GLI INTERVENTI
L’ingegner Maria Carmela De Maria in qualità di responsabile tecnico del porto di Gioia Tauro delinea la situazione attuale del Porto, specificandone opere di ammodernamento, finanziamenti e peculiarità.
«L’autorità portuale di Gioia Tauro ha beneficiato complessivamente di un finanziamento di circa 75 milioni di euro, reperiti in parte con la PQ siglata nel 2010 ed in parte con fondi PON del 2007 e 2013. Parte di tale finanziamento è stato destinato al completamento di progetti in corso di ultimazione. Nella prima fase della PQ, è stato realizzato l’approfondimento delle banchine e di alcuni fondali al fine di rendere più agevoli e sicure le manovre delle navi che arrivano, le quali, in considerazione delle grandi dimensioni, hanno bisogno di una profondità di almeno 16 metri. Nello specifico i fondi comunitari sono stati utilizzati per approfondire il canale ed automaticamente dragare sia un tratto D che un tratto a nord (E – F). Tali fondi sono stati utilizzati anche per un nuovo terminal intermodale del porto, ovvero un terminal con tutte le caratteristiche Europee (primo terminal italiano con le aste lunghe 750 metri). Vi sono due terminal, uno lato mare e l’altro lato terra. Quello lato mare consente l’instradamento delle navi via terra attraverso i treni, invece il terminal via terra consente di poter instradare la gomma sui treni e quindi raggiungere l’obiettivo dell’abbattimento del co2. Per far funzionare bene il terminal e quindi avere un accesso diretto su ferrovia, è stata rimodernata la viabilità su gomma e dunque è stato realizzato sempre con questa opera finanziata con fondi comunitari uno scavalca-ferrovia, che consente di dividere la gomma dal ferro».
L’ammiraglio Agostinelli, rappresentante dell’autorità portuale di Gioia Tauro, descrive le funzioni del porto tracciandone origini progettuali, struttura dei terminal, collegamenti intermodali e caratteristiche principali.
«È una delle più grandi infrastrutture del mediterraneo, uno dei porti più importanti del mezzogiorno e della Calabria. Un porto straordinariamente compiuto, perfettamente realizzato e collaudato, capace di ricevere le più grandi navi porta-container che possono navigare nel mar mediterraneo consentendone l’ingresso in totale sicurezza, caratterizzato dal trasbordo di contenitori, ne movimenta più di due milioni e cento all’anno, ma il terminalista ha programmi di investimenti molto importanti per centoquaranta milioni di euro nel prossimo biennio e si conta di poter arrivare a più di 4 milioni di contenitori nel prossimo biennio. Consta di due terminal, uno contenitori e uno automobilistico. Quello automobilistico movimenta un numero variabile tra trecento e trecentocinquanta mila autoveicoli all’anno». Si svolgono anche le attività a terra, recentemente ha ospitato noti imprenditori calabresi per trovare un insediamento produttivo nei capannoni del porto ed altri progetti sono in avanzata fase di istruttoria per l’assentimento in concessione di capannoni che svolgeranno accessorie alle attività portuali vere e propri. È stato progettato per essere una centrale siderurgica, mai realizzata, una centrale a carbone, mai realizzata. Fu l’idea di un imprenditore spezzino realizzare immensi piazzali in un terminal contenitori. Progetto che ebbe uno straordinario successo. Ha attraversato negli ultimi 10 anni un periodo di crisi, un pericolo per l’occupazione dei più di 2000 operatori portuali impiegati, pericolo scongiurato l’anno scorso con il passaggio delle quote del terminalista ed un grande programma di rilancio dell’attività portuale».
IL DETTAGLIO
Nel dettaglio, gli interventi frutto di investimenti comunitari
Fondi PON
- Arretramento dello sporgente ovest del canale di accesso con la riconfigurazione della struttura a tergo: L’intervento è consistito nel riallineamento della radice del molo nord del Porto con il canale portuale, eliminando la “strozzatura” in corrispondenza dell’ imboccatura del canale
- Approfondimento e consolidamento dei fondali del canale portuale, adeguamento strutturale degli elementi della banchina di levante tratto D del porto e realizzazione della terza via di corsa: L’intervento consiste nell’approfondimento dei fondali fino alla quota di -17,00 m dal l.m.m. per una fascia larga 60 m e lunga di circa 650 m e – 14,50 per una fascia lunga 466 m.
- Rivisitazione della viabilità del comparto nord del porto, anche alla luce del pianificato insediamento del terminal intermodale, realizzando sia nuove arterie stradali sia adeguando quelle esistenti alle mutate esigenze. L’intervento consente di transitare all’interno dell’area portuale con margini di sicurezza adeguati, evitando soprattutto di utilizzare le banchine come arterie di transito.
- Adeguamento del tratto di banchina Nord esistente ai nuovi tratti di banchina Nord in fase di esecuzione e relativo approfondimento dei fondali: L’intervento prevede l’adeguamento strutturale ed il risanamento del paramento a mare delle paratie della banchina nord (tratti E ed F) per uno sviluppo totale di circa 400 m.
- Lavori di regolarizzazione dei fondali del bacino d’evoluzione sud e del canale portuale
Intervento di dragaggio per uniformare le quote dei fondali del nuovo asse di navigazione nel primo tratto di canale del porto di Gioia Tauro per una lunghezza di circa 1.500,00 m. e nel bacino di evoluzione - Nuovo Terminal Intermodale del Porto: l’intervento è finalizzato principalmente ad aumentare la competitività e le funzioni superiori dei servizi di qualità dell’hub portuale di Gioia Tauro, diventando corridoio intermodale comunitario e nodo di rilevanza nazionale e crocevia di diverse modalità di trasporto. La strategia è quella di incrementare l’utilizzo di una mobilità ambientale sostenibile; ridurre i tempi di percorrenza delle merci; ridurre i costi di trasporto; ridurre l’inquinamento ambientale prodotto dal sistema di trasporto su gomma; massimizzare le ricadute economiche e territoriali legati alla logistica complessiva nazionale.
Fonte ARPACAL

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