Persone a rischio povertà: in Italia una su tre, al Sud una su due
Ben 109 milioni di persone, pari al 21,7 % della popolazione dell’Unione europea, erano a rischio di povertà o di esclusione sociale nel 2018. Lo rivela l’ufficio statistico Eurostat che ha stimato il numero di persone che si trovavano in almeno una delle tre condizioni: a rischio di povertà dopo i trasferimenti sociali, in condizioni di grave deprivazione materiale o che vivono in famiglie con un’intensità di lavoro molto bassa. Dopo tre aumenti consecutivi tra il 2009 e il 2012 fino a raggiungere quasi il 25 %, la percentuale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale nell’UE ha subito una riduzione attestandosi a quota 21,7 % lo scorso anno. Nonostante questo calo rispetto al picco del 2012, solo 8.2 milioni di persone sono state sottratte al rischio di povertà o di esclusione sociale. Questo risultato è molto distante dall’obiettivo della strategia Europa 2020 che è quello di far uscire almeno 20 milioni di persone dal rischio di povertà entro la fine del prossimo anno.
In Italia a rischio povertà una persone su tre
Nel 2018, i paesi in cui il fenomeno è stato più acuto sono: Bulgaria, (32,8 %), Romania (32,5 %), Grecia (31,8 %), Lettonia (28,4 %), Lituania (28,3 %), Italia (27,3 %) e Spagna (26,1 %). All’estremità opposta della scala, le percentuali più basse di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale sono state registrate in Repubblica Ceca (12,2 %), in Slovenia (16,2 %) in Finlandia (16,5 %), nei Paesi Bassi (16,7 %), in Danimarca e in Francia (entrambe 17,4 %).
Nel Mezzogiorno il tasso della povertà è doppio rispetto al resto del Paese
Per quanto riguarda l’Italia, le regioni che hanno registrato i tassi di rischio di povertà assoluta più elevati nel 2018 sono la Campania, dove il 54% della popolazione è a rischio di esclusione sociale, la Sicilia (51.6%) e la Calabria (44.5%). Sebbene nelle ultime due regioni si sia verificato un lieve miglioramento rispetto allo scorso anno, la situazione appare invece molto critica per la Campania che ha registrato un notevole incremento di 7 punti percentuali nell’ultimo anno. L’acuirsi del fenomeno rispetto al 2017 si è registrato con maggiore intensità anche nella provincia autonoma di Bolzano (+4.4 punti percentuali, dall’8.5% al 12.9% del 2018) ed in Basilicata dove si è passati dal 36 al 39 percento della popolazione a rischio di povertà relativa.
Focus: Come si misura il rischio di povertà?
Il tasso di rischio di povertà è rappresentato dalla percentuale di persone il cui reddito totale delle famiglie (dopo i trasferimenti sociali, le imposte e altre deduzioni), disponibile per la spesa o il risparmio, è inferiore alla soglia di rischio di povertà, fissata al 60 % del reddito disponibile equivalente mediano nazionale dopo i trasferimenti sociali. Questo indicatore non misura la ricchezza o la povertà assoluta ma il basso reddito rispetto ad altri residenti in tale paese. La soglia dipende dalla distribuzione del reddito in un paese per un determinato anno e varia in funzione della composizione di un nucleo familiare. È quindi importante notare che il “tasso di rischio di povertà” è una misura relativa della povertà e che la soglia varia notevolmente da uno Stato membro all’altro. Fonte: Eurostat