Seminara, il borgo delle ceramiche torna a vivere
Il borgo di Seminara, cittadina dell’entroterra reggino fondatao nel VIII secolo da monaci basiliani, ha una storia nobile e ha ricoperto ruoli strategici. Elevata a Università nel XIII secolo con giurisdizione su Palmi, dominata prima dai normanni e poi dagli angioini, fu teatro, nel 1495 e nel 1503, di cruenti battaglie tra Francesi e Spagnoli.
Considerata città demaniale, fu donata da re Ferrante in un primo momento all’imperatore Carlo V che visitò la città nel 1535 e poi a una nota dinastia locale. Seminara, munita di possenti mura di cinta, nel XVI secolo divenne la più importante e popolosa della Calabria Ulteriore I. Nel ‘500 la città, visse il suo massimo fulgore, animata da pittori, scultori e letterati. Alla stregua delle altre città della Calabria, fu rasa al suolo dai terremoti del 1783 e del 1908, e anche se ricostruita sulla sede originaria, perse i suoi edifici più rappresentativi. Dichiarata comune autonomo nel 1811, è centro di straordinarie produzioni artigianali.
Riqualificazione del Borgo dei Pignatari
La riqualificazione del borgo, si contestualizza nell’ambito del Progetto Integrato di Sviluppo Locale “Artigianato, gusto e mestieri nell’area della Costa Viola”, Programmazione regionale unitaria 2007 -2013, Linea di intervento 8.2.1.6 PISL – Sistemi Produttivi Locali. Il Comune, nello specifico, è teatro dell’intervento denominato “Riqualificazione del Borgo dei Pignatari”, avente come obiettivo il recupero dei valori storici, urbanistici, architettonici, ambientali e paesaggistici dell’antico Borgo e la rivitalizzazione del tessuto urbano di Seminara, attraverso le seguenti linee di intervento:
- Rivitalizzazione e valorizzazione del centro storico rispetto al suo territorio
- Recupero e risanamento conservativo dell’edilizia
- Ripristino dell’immagine urbana del centro seminarese
- Contributo ai valori complessivi di sostenibilità, in senso ampio, attraverso il ripristino della fruibilità culturale ed economica del centro storico, con conseguente apporto positivo all’economia del centro anche in termini di contrasto allo spopolamento e di incremento dell’attrattività urbana
L’inquadramento progettuale è stato pensato come l’operazione di conservazione, recupero e rivitalizzazione dell’asse di Via delle Fabbriche e del suo intorno, cercando di ripristinare il rapporto formale tra il tessuto urbano esistente e l’antica città, dando segno alle valenze storico memoriali racchiuse in questa area.
Fonte ARPACAL
Inquadramento storico della tradizione
Nel XVI secolo ci furono progressi molto importanti nell’agricoltura e nelle industrie il commercio fu incrementato dalla presenza del porto di Pietre Nere, dal quale si esportavano olio, vino, cereali, seta ed in minore quantità, lana, pelli e cera. In questo periodo Seminara è uno dei due centri della Calabria ad avere la più alta produzione di olio. Nella prima metà del XVII secolo fu incrementata la produzione della seta con l’impianto di telai pubblici, contemporaneamente si sviluppava la concia delle pelli. Nel 1737 le produzioni principali erano l’olio e la seta, mentre accanto ad essi si producevano pure panni rinomati, vino non volgare, si ricavava gesso speculare, si facevano uccellagioni di fagiani e starne, si produceva un’eccelsa qualità di olive. Vi era anche l’industria dell’estrazione dell’alcool con l’ausilio di macchinari elettrici e l’industria per la lavorazione del sapone da bucato. Esistevano mulini a corrente elettrica e molte fabbriche di laterizi: l’industria più fiorente era quella della ceramica. Sebbene non sia stata ancora chiarita l’epoca in cui accanto alla produzione di stoviglie da cucina sia stata introdotta a Seminara l’usanza di una lavorazione della ceramica con valenze decorative, al tempo della redazione del Catasto Onciario tale occupazione costituiva una delle principali attività manifatturiere della popolazione. Nel 1746 risultano, infatti, attivi a Seminara 23 pignatari”, quasi tutti residenti nel borgo periferico che traeva la propria denominazione dalla concentrazione delle fornaci di “pignate”. Dal catasto del 1824 si rileva nella cittadina la presenza di quattro grandi fornaci di “pignate”, ancora per lo più ubicate nel quartiere Pignatari. Nel 1887 si rileva l’esistenza di 5 fornaci per la produzione di mattoni in 3 fabbriche che producevano 60.000 mattoni e 30 fabbriche di stoviglie con 41 forni e 32 fornaci.
I Pignatari
Su questo sistema di lavorazione e sugli antichi artisti denominati “Pignatari ” il Comune di Seminara vuole porre particolare attenzione, enfatizzando l’antico mestiere degli artigiani ceramisti che ancora oggi suscita particolari suggestioni, affascinando acquirenti ed estimatori dei pregevoli manufatti. L’intento è quello di creare condizioni tali da permettere che questa antica tradizione non venga dimenticata, ma tramandata, creando dei laboratori artigiani in quel luogo in cui tutto ebbe origine, “il Borgo dei Pignatari” appunto, e contestualmente ridare al luogo quella dignità, quel valore identitario che ormai ha perso a causa del progressivo abbandono e mancata manutenzione dei luoghi. L’obiettivo principale del di questo intervento, da punto di vista delle ragioni della conservazione e del contributo alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico e architettonico, è la riconoscibilità del luogo come elemento memoriale e sedimento storico di eventi e di vicende che solo nel loro divenire trovano “giustificazione” e continuità vitale e produttiva.
Fonte ARPACAL
Il progetto architettonico
Il progetto architettonico è strutturato in tre ambiti fondamentali
- La valorizzazione dell’ambiente urbano
- Il recupero delle antiche Fabbriche/Botteghe
- La riqualificazione dei Servizi di rete a scala urbana
La proposta progettuale è permeata da un approccio basato sui concetti di responsabilità sociale e sostenibile e tiene conto delle tematiche dell’ambiente adottando tutte le misure utili per preservare e ottenere un’economia di equilibrio sostenibile.
Riqualificazione dell’ambiente urbano
La riqualificazione dell’ambiente urbano ha previsto la pulitura e la razionalizzazione dei percorsi viari, con la valorizzazione dei muri d’ambito che sono stati, ove necessario, consolidati. Ha previsto inoltre la rigenerazione completa delle pavimentazioni stradali, la creazione di uno spazio comune destinato alla sosta , la ripresa degli elementi tipici di arredo, come ad esempio le sedute antistanti le botteghe.
L’intervento riguarda i principali percorsi urbani, concentrandosi nella zona delle botteghe, ma estendendosi anche nella direzione di Via delle Fabbriche fino al Palazzo della Principessa Aiossa e, più avanti, all’Ospedale degli Innocenti, a riprendere gli interventi già realizzati di recupero urbano e contribuire alla definizione di un percorso continuo ed unitario. I materiali utilizzati derivano dalla tradizione locale. La pavimentazione è stata realizzata in pietra locale o arenaria “a spacco” segnata centralmente da inserti in mattoni in cotto posati di coltello a segnare gli assi stradali e definire il percorso.
Le botteghe
Per quanto riguarda il recupero delle “Botteghe”, sono state identificate cinque unità immobiliari per le quali è stato possibile raggiungere accordi bonari di cessione al Comune di Seminara, a valle di un approfondito studio storico/strutturale e grazie ad una serie di incontri con gli stakeholder locali che hanno compreso lo spirito del progetto e lo hanno condiviso.
L’evoluzione della normativa antisismica e la necessità di indirizzarsi per quanto possibile verso un approccio conservativo, hanno reso praticamente obbligata le scelta progettuale di indirizzarsi verso un’ipotesi strutturale autonoma, in grado di garantire la massima flessibilità, la completa tenuta strutturale e, contemporaneamente, di mantenere e conservare le caratteristiche paratie murarie senza assegnare a queste una specifica valenza statica. Il paramento murario esistente assume quindi un valore precipuo di “quinta storica”, a richiamare gli antichi valori produttivi che hanno reso la città di Seminara una tra le più importanti della classicità calabrese, già di per sé richiamati dalla toponomastica storica: Borgo dei Pignatari e Via delle Fabbriche.
L’intervento ha riguardato anche i principali percorsi urbani, concentrandosi nella zona delle botteghe, ma estendendosi anche nella direzione di Via delle Fabbriche fino al Palazzo della Principessa Aiossa e, più avanti, all’Ospedale degli Innocenti, a riprendere gli interventi già realizzati di recupero urbano e contribuire alla definizione di un percorso continuo ed unitario.
I materiali utilizzati derivano dalla tradizione locale. La pavimentazione sarà realizzata in Pietra locale o arenaria “a spacco” segnata centralmente da inserti in mattoni in cotto posati di coltello a segnare gli assi stradali e definire il percorso.
Nella zona della “piazzetta” la quinta muraria perimetrale in mattoni pieni, è ripresa cromaticamente dalle gradinate di accesso e dal disegno centrale di raccordo con la viabilità.
Fonte ARPACAL
L’approccio strutturale
Le botteghe oggetto dell’intervento, sono caratterizzate da struttura in muratura ordinaria di mattoni mista a pietrame, a 1 o 2 livelli, con solaio di interpiano in tavolato sostenuto da travi in legno male ammorsate alla muratura e tetto in lamiera ondulata, qualche volta con coppi, con ordito di travetti in legno. L’intervento ha previsto lo svuotamento dei corpi di fabbrica interessati mediante eliminazione dei solai intermedi e della struttura di copertura, oltre all’inserimento di strutture indipendenti in acciaio collegate in modo da realizzare telai piani verticali ed orizzontali.
Quadro economico del PISL
Fonte ARPACAL
I regimi di aiuto alle imprese non sono mai stati erogati perché il PISL non è stato ammesso a finanziamento.
A cura di Dina Porpiglia, Architetto Responsabile di Progetto